Ciccio e Alfonso, i mitici lustrascarpe della città di Capua

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PERSONAGGI STORIE

Rivalità capuane: Ciccio Capuchiatta e Alfonso ‘o pulizzascarpe

Ciccio E Alfonso - un lustrascarpe in azione

Capua è una città dalle mille e una storia, dai mille e uno personaggi. Piazza dei Giudici, fin da secoli, è un palcoscenico dove, giorno dopo giorno, attori di tutti i tipi fanno la loro parte. E proprio qui, nel cuore pulsante della città, nascono storie che diventano miti e leggende e ne diventano protagonisti personaggi eccentrici, popolani e popolari, proprio come Ciccio e Alfonso. Nella Capua del secondo dopoguerra l’intrattenimento e il diletto della gente non poteva certamente essere soddisfatto dalle apparecchiature tecnologiche, come oggi. Erano i tempi in cui lo sfottò si cercava a danno della persona curiosa. Accadeva quindi spesso che chi svolgeva un mestiere povero e umile divenisse oggetto di attenzioni indesiderate.

Ciccio E Alfonso - Piazza dei signori a Capua

Personaggi indimenticati

A Capua vi erano due lustrascarpe, antico mestiere oggi scomparso, ma diffusissimo in quei tempi di vacche magrissime. Parliamo di Ciccio AccarinoAlfonso De Martino. Ciccio era soprannominato Capuchiatta perché basso e con una capoccia enorme. Alfonso ‘o pulizzascarpe aveva, al contrario, una fisionomia alta e dinoccolata. Ciccio abitava in un tugurio in via San Michele a Corte e aveva la sua postazione di lavoro all’angolo con il Palazzo della Gran Guardia in Piazza dei Giudici. Alfonso, sposato due volte e rimasto vedovo, nei tardi anni Cinquanta si era innamorato di una prostituta che prestava servizio in via Gran Maestrato di san Lazzaro‘ncopp ‘e mure, zona allora malfamata.

Ciccio E Alfonso - foto di alfonso de martino

Alfonso De Martino

Gli aneddoti più divertenti

In piazza la rivalità tra Ciccio e Alfonso era accesissima e spesso erano oggetto di scherzi di cattivo gusto da parte dei ragazzi dell’epoca. Una volta, approfittando della temporanea assenza dal suo carretto, qualcuno sostituì l’anilina, il liquido per lustrare le scarpe, con escrementi di cane: quando Ciccio aprì il barattolo fu investito dal tanfo pestilenziale, suscitando l’ilarità generale. Anche Alfonso era preso di mira per la sua forte miopia, per la quale indossava le lenti “a culo ‘e butteglia”. Su Alfonso circola un aneddoto a metà tra leggenda e verità. Pare che in più occasioni i compaesani lo credettero morto mentre, portato poi al cimitero, si era svegliato durante la notte, provocando nel custode una paura da matti! Si dice che in realtà Alfonso soffrisse di crisi epilettiche. La morte apparente del lustrascarpe era in realtà uno stato di catalessi causato dalla malattia.

Ciccio E Alfonso - Foto di Ciccio Accarino detto Capuchiatta

Ciccio Accarino detto Capuchiatta

Due figure sospese tra mito e storie popolari

La storia dei lustrascarpe Ciccio e Alfonso termina nei primi anni Sessanta. Alfonso, una mattina del marzo del 1961, prese con la sua adorata Genoveffa un treno verso Roma e di lui non se ne seppe più nulla. Ciccio si spense un anno esatto dopo, a quasi ottanta anni, nella sua modesta casa dove abitava con la moglie Antonia. La tradizione dei lustrascarpe capuani conobbe il tramonto con la scomparsa dalla scena di Piazza dei Giudici dei mitici Alfonso e Ciccio.

Per la foto di copertina si ringrazia Nanopress Network.

Rivalità capuane: Ciccio Capuchiatta e Alfonso ‘o pulizzascarpe ultima modifica: 2019-02-01T10:30:06+01:00 da Fabio Carbone

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