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STORIA

Il Sacco di Capua, l’evento più triste della storia della città

Cesare Borgia

Il Sacco di Capua è stato l’episodio più triste e violento della storia cittadina. Esso risale al 1501 ed è dovuto a Cesare Borgia che, appoggiato dalla Francia, pose fine alla centralità di Capua nel Regno e alla fine del regno di Federico d’Aragona.

Il contesto storico che portò al Sacco di Capua

Nel 1501 Capua era una città molto ricca e potente, il cui ruolo era centralissimo all’interno del Regno di Napoli aragonese. Il re Federico I d’Aragona aveva sotto la sua influenza gran parte del meridione d’Italia, e quindi anche sulla Regina del Volturno, nonostante le pretese della Francia che rivendicava il Regno per discendenza. Per questo il re francese Luigi XII si accordò con Ferdinando il Cattolico, re d’Aragona e cugino di Federico, per spartirsi il sud dell’Italia. L’ignaro re di Napoli continuò il suo operato fino a quando venne scomunicato da papa Alessandro IV. Egli, infatti, lo depose e ordinò l’assedio di Capua inviandovi il generale d’Augigny ed il figlio Cesare Borgia, duca di Valentinois. Costui accettò l’incarico per motivi personali, dato che Federico non volle concedergli in moglie la figlia Carlotta e, di conseguenza, non gli permetté di succedergli al trono.

Rievocazione Del Sacco Di Capua

Una rievocazione moderna dell’evento. Fonte: Capuaonline

Le truppe guidate dal duca Valentino (così era chiamato Cesare Borgia) accerchiarono la città per ben quattro giorni. Al termine di questo lasso di tempo, Capua non poté più resistere all’assedio di un esercito ben più numeroso. Così si acconsentì ad aprire le porte della città a patto che gli uomini di Borgia non facessero spargimenti di sangue nella città. Il duca acconsentì subito ma, appena le porte della città si aprirono, diede inizio alla strage.

Una strage senza precedenti

Fu proprio quando la maggior parte dei soldati erano entrati nella città che Cesare Borgia si rimangiò la parola ordinando di saccheggiare la città. Nessuno o quasi si salvò, nemmeno donne e bambini. Uno dei pochi a salvarsi fu Cristoforo Sannelli, allora infante, che in età adulta costruì la chiesa dell’Annunziata,  sul cui altare troviamo una statua di San Cristoforo con Gesù fanciullo sulla spalla, ora conservata al Museo Campano. Le donne capuane furono prese d’assalto dai vili soldati del Borgia, che violentarono anche le quaranta ragazze rifiugiatesi nel Castello Normanno. Molte altre, invece, preferirono annegare nel Volturno piuttosto che cadere fra le sudicie mani del nemico.

Il dipinto del Sacco Di Capua Di Previati

Il dipinto raffigurante il Sacco di Capua, realizzato da Gaetano Previati nel XIX secolo. Fonte: De Artibus

Le vittime del Sacco di Capua furono più di cinquemila. Secondo i racconti dell’epoca, il fiume si colorò di rosso in alcuni punti, per tutto il sangue versato quel giorno. Due leggende di stampo religioso si diffusero dopo quel giorno. Si dice, infatti, che i soldati, non riuscirono ad entrare nell’attuale chiesa di S. Filippo e Giacomo e le persone rifugiate al suo interno si salvarono miracolosamente. La Vergine dipinta sul muro di una cappella, sempre secondo le leggende, si portò le mani al volto in segno di pietà e misericordia. Questo gesto avrebbe posto fine fine all’assedio. Questa Madonna ora è detta della Santella, in memoria di una tale Camilla Santella che si prendeva cura del piccolo edificio di culto (edificio ampliato dalla Confraternita della Santella, istituita nel 1586). Un gesto dovuto per colei che, secondo il culto, intervenne per porre fine all’atto peggiore che la città ricordi.

Il Sacco di Capua, l’evento più triste della storia della città ultima modifica: 2019-07-30T09:00:47+02:00 da Luigi Bove

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