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Bartolomeo di Capua, il consigliere dei sovrani angioini

Bartolomeo di Capua - Maschio Angioino

Sono tanti i capuani che ha scritto delle pagine importanti della nostra terra. Ma ce n’è uno che ha avuto un ruolo di primo piano nella corte di re Carlo d’Angiò, sovrano del Regno di Sicilia. Stiamo parlando di Bartolomeo di Capua, un avvocato che arrivò a diventare consigliere del re e protonotaro e logoteta del regno.

Nato in una famiglia dalla grande tradizione giuridica

Bartolomeo di Capua nacque nella città campana in una famiglia di grande tradizione giurista il 24 agosto del 1248. Il padre Andrea, infatti, fu avvocato fiscale presso la corte di Federico II di Svevia e, successivamente, di Carlo d’Angiò, di cui fu anche consigliere. L’estrazione familiare indirizzò quasi automaticamente Bartolomeo verso lo studio del diritto. Si laureò all’università di Napoli nel 1278, dove superò brillantemente l’esame finale di fronte ai grandi giuristi del Regno. Successivamente insegnò diritto civile per circa dieci anni proprio nell’istituto napoletano.

Bartolomeo di Capua - Particolare della statua di Carlo I d'Angiò

Particolare della statua di Carlo I d’Angiò, collocata all’esterno del Palazzo Reale di Napoli. Fonte: Wikipedia

Una personalità così brillante non poteva di certo sfuggire all’attenzione della corte angioina, che ben presto gli offrì la possibilità di entrare nell’amministrazione del Regno. E Bartolomeo ci mise poco a conquistare la fiducia del re, che lo nominò suo personale consigliere. E quando in seguito Carlo I lasciò la reggenza al figlio Carlo principe di Salerno, la sua influenza crebbe a dismisura.

Una figura centralissima nel regno angioino

Va da sé che quando Carlo di Salerno diventò Carlo II, Bartolomeo di Capua giunse ad avere un’importanza mai raggiunta prima nel Regno. Ricevette, infatti, l’onore di accompagnare il sovrano a trattare con Filippo il Bello per assicurarsi l’appoggio del francese nella lotta agli aragonesi. Il 7 giugno del 1290, inoltre, ricevette la carica di protonotaro a vita del Regno di Sicilia, a cui si aggiunse, quattro anni dopo, la facoltà di nominare i suoi viceprotonotari. Nel 1296, inoltre, Bartolomeo ricevette anche un’altra importante nomina. Alla morte del titolare Sparano di Bari, diventò logoteta del regno, occupandosi così anche ai conti e ai bilanci statali.

Lo stemma della famiglia di Bartolomeo di Capua.

Lo stemma della famiglia di Bartolomeo di Capua. Fonte: Facebook

La figura di Bartolomeo di Capua, insomma, fu davvero centralissima nel regno angioino, arrivando a mantenere un’influenza paragonabile a quella che Pier delle Vigne, altro capuano, ebbe nella corte di Federico II di Svevia cinquant’anni prima. Ma la sua importanza a corte non era dovuta solo alla sua carica di funzionario e consigliere. Oltre alle cariche di protonotaro e logoteta, che come detto assunse fino alla data della morte, avvenuta nel 1328, ebbe il compito di scrivere e pubblicare gli atti regi, oltre ad una prestigiosa carriera diplomatica. Fu, infatti, parte attiva della vita politica del regno, venendo coinvolto in numerose missioni presso le corti estere. È storicamente documentato, ad esempio il suo ruolo nell’elezione di papa Celestino V. Con ogni probabilità l’autorità guadagna gli diede, infine, la possibilità di avere voce in capitolo in ogni questione politica affrontata dal regno angioino.

Bartolomeo di Capua, il consigliere dei sovrani angioini ultima modifica: 2019-05-02T12:37:13+02:00 da Luigi Bove

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