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CHIESE STORIA

Santella di Capua: piccolo gioiello del Volturno

Santella di Capua - Statua

La città di Capua può vantare un bagaglio storico e artistico di tutto rispetto. Le sue piazze, i suoi vicoli e i suoi palazzi sono un vero e proprio viaggio nel tempo, nonché trionfo di alcuni periodi come quello Barocco. E tra le opere più affascinanti e meglio conservate, spicca la piccola Chiesa della Santa Maria della Pietà o delle Grazie, conosciuta soprattutto come Santella di Capua.

La violenza del sacco di Capua

La storia della Chiesa di Santa Maria della Santella è strettamente legata ad un evento molto importante (e tragico) della città: il Sacco di Capua. All’alba del 12 luglio del 1501 le truppe francesi, guidate da Bérault Stuart d’Aubigny e da Cesare Borgia, assediarono le mura cittadine, all’epoca sotto il dominio della corona aragonese di Federico I. Egli sedeva infatti sul trono del Regno di Napoli, controllando gran parte del Meridione. I francesi, tuttavia, ne rivendicavano l’appartenenza per discendenza. In virtù di questo, Luigi XVI firmò un accordo segreto con Ferdinando il Cattolico (cugino di Federico). Tale intesa, firmata nel 1500 e conosciuta come Trattato di Granada, prevedeva la spartizione del Regno tra le due superpotenze. Tutto molto bello, peccato che Federico – titolare legittimo del trono napoletano – fu tenuto all’oscuro di tutto.

Santella di Capua - Chiesa Sul Volturno

Questo fino all’alba del 25 giugno 1501, quando il papa Alessandro IV scomunicò Federico, ordinando inoltre l’assedio della città di Capua, all’epoca tra le città più importanti del Mezzogiorno.
Nei giorni seguenti si susseguirono diversi scontri tra i due schieramenti, con i soldati capuani che diedero prova di grande resistenza e coraggio. Tuttavia, il 19 luglio, essi vennero sopraffatti e costretti alla resa nonché al pagamento di 40000 ducati da consegnare entro il 24 luglio, per garantire l’incolumità della popolazione. I soldati francesi superarono così le mura senza opposizione alcuna. Giunti a Piazza Giudici, Borgia diede ordine di saccheggiare e depredare l’intera città. Diversi capuani, spinti dalla disperazione della violenza perpetrata, cominciarono a radunarsi in preghiera in una piccola cappella con la sola effige della Vergine, curata dalla devota Camilla Santella. Ma che c’entra tutto questo con la nostra chiesa?

La leggenda della Santella di Capua

Secondo una leggenda locale, i francesi intenti nel depredare Capua si soffermarono a ridosso della statua: «quella sacra immagine compassionò le loro sciagure, e li pose la mano nella faccia; e così fece terminare la strage». Gli scontri cessarono di colpo e le truppe lasciarono la città. In virtù di questo avvenimento, si decise di ampliare la cappella, anche per accrescere il culto di tale immagine.

Santella di Capua - Interno

A partire dal 1556 la Chiesa ed i terreni limitrofi vennero dichiarati Grancia (termine che indica un’azienda produttiva monastica) della SS. Annunziata. Al suo interno operavano circa trenta confratelli appartenenti alla Compagnia della morte. Essi si fecero carico di molte opere pie, quali la sepoltura dei cadaveri morti in disgrazia nel Volturno, nonché della gestione della chiesa stessa. Nel XVIII secolo la fabbrica fu soggetta a profonde modifiche, che non lasciarono tracce della struttura precedente. Lavori eseguiti, molto probabilmente, da alcuni allievi di Antonio Domenico Vaccaro, uno degli artisti più talentuosi operanti in Italia. All’interno è custodito un altare marmoreo in stile rococò e la scultura di Giacomo Colombo, realizzata nel 1704.

Santella di Capua: piccolo gioiello del Volturno ultima modifica: 2019-11-28T09:59:58+01:00 da Gabriele Roberti

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