L'abbazia benedettina di Sant'Angelo in Formis - itCapua

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CHIESE

L’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis

Abbazia Benedettina Di Sant'angelo In Formis

In una piccola frazione di Capua, sul declivio occidentale del monte Tifata, sorge una delle chiese più belle di tutta la provincia di Caserta. Si tratta dell’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis dedicata a san Michele Arcangelo, la cui lunghissima storia parte dell’età romana, in cui qui sorgeva un tempio, per arrivare ai giorni nostri passando alla ricostruzione medievale voluta dall’abate Desiderio, futuro papa Vittore III.

Sorta sui resti del tempio di Diana

I primi documenti relativi alla zona in cui ora sorge l’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis riportano un edificio situato ad arcum Dianae (presso l’arco di Diana), presumibilmente un tempio dedicato alla dea della caccia, i cui resti furono rinvenuti in uno scavo del 1877. Da questi ritrovamenti si può notare che l’attuale basilica, la cui prima costruzione risale all’epoca longobarda (presumibilmente alla fine del VI secolo, quando era già diffusissimo il culto di san Michele arcangelo), ripercorre il perimetro del vecchio edificio di età romana.

abbazia benedettina di Sant'Angelo in Formis - Affreschi Dell'abside
Gli affreschi dell’abside. Fonte: Youtube

Fu Pietro I, vescovo di Capua nella prima metà del X, a donare la chiesa ai monaci di Montecassino, che attorno ad essa volevano costruire un monastero. Dopo un primo esproprio, Riccardo di Capua restituì il terreno ai monaci nel 1072. Fu l’abate del tempo Desiderio di Montecassino a decidere di ricostruire la basilica. I lavori durarono quindici anni, dal 1072, appunto, al 1087. Le scelte costruttive mantennero gli elementi pagani della costruzione precedente. Gli affreschi, invece, sono uno degli esempi più vividi di pittura bizantina in Campania.

L’architettura dell’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis

La facciata dell’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis si apre con un porticato a cinque arcate a forma di ogiva. Queste ultime sono sorrette da quattro fusti di colonna con capitelli corinzi di spoglio e quindi non coerenti tra loro. Il campanile, anch’esso costruito in gran parte da materiali reimpiegati dalla vecchia struttura, si trova sulla destra del prospetto della chiesa. Sul basamento è mirabile il fregio con decorazioni zoomorfe, mentre la parte superiore è adornata da bifore. La chiesa è a pianta basilicale, senza transetto e con tre navate, tutte terminanti con un abside, divise da colonne di spoglio realizzate in marmi differenti e con capitelli difformi.

Interno Dell'abbazia Benedettina Di Sant'angelo In Formis
L’interno dell’abbazia. Fonte: Vesuvio Live

L’affresco dell’abside, in cui è raffigurato l’abate Desiderio che offre il modellino della chiesa a Cristo (sull’esempio di alcune miniature di alcuni codici conservati a Montecassino), si nota che il campanile della stessa si trova alla sua sinistra. Da questo dato deduciamo che questo cambiamento fu effettuato dopo la donazione di Riccardo di Capua, probabilmente in seguito ad un crollo avvenuto nell’ambito dei primi lavori di ristrutturazione, avvenuti nel XII secolo. Questo affresco è sovrastato, nel catino absidale, dal Cristo Pantocratore.

Gli affreschi bizantini dell’abbazia

Come abbiamo già detto, gli affreschi dell’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis rappresentano uno dei primi e più importanti esempi di pittura bizantina in Campania. Oltre all’affresco dell’abside, abbiamo un grande ciclo di dipinti sulle pareti della navate e sulla controfacciata. Qui vi sono raffigurate scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, citate in una continuità storica che riprende i concetti di Sant’Agostino, secondo i quali le Sacre Scritture sono un racconto unico e indivisibile. Questo modus pingendi riprende quello della basilica di San Pietro in Vaticano, sebbene qui la disposizione delle scene è insolita. I brani, infatti, non sono tutti raffigurati solo lungo la navata centrale, ma anche lungo le laterali, per ciò che concerne gli episodi dell’Antico Testamento. In questo modo l’osservatore si prepara a recepire il messaggio nelle navate meno illuminate, per poi essere irradiato dalla testimonianza del Nuovo Testamento nella navata centrale.

abbazia benedettina di Sant'Angelo in Formis - Particolare Dei Dipinti Delle Navate
Particolare di uno degli affreschi delle navate. Fonte: Te lo racconto io

Il tema principale degli affreschi è quello della fine dei sacrifici religiosi, ricorrenti nell’Antico Testamento, e aboliti nel Nuovo. In questa chiave devono essere interpretate le scene di Caino e Abele, Abramo e Isacco, e quella di Gedeone, meno frequente, ma altrettanto importante. La raffigurazione della Maiestas Domini, infine, è quella che maggiormente mostra le influenze bizantine della pittura coeva campana. Il forte contrasto tra colori vivaci, i panneggi e le linee dei volti e dei corpi, infatti, sono un tratto distintivo di questo stile affascinante, di cui, come detto, questi dipinti sono una delle testimonianze più vive e meglio conservate.

L’abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis ultima modifica: 2019-08-27T09:00:34+02:00 da Luigi Bove

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